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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2014 alle ore 13:45.
L'ultima modifica è del 24 agosto 2014 alle ore 14:45.
L'agenzia delle Entrate nella circolare che definisce le linee di contrasto all'evasione fa un passo avanti verso un rapporto equilibrato tra fisco e contribuente. La promessa è utilizzare le indagini finanziarie solo nei casi in cui emergano situazioni anomale, cioè gravi scostamenti rispetto alla dichiarazione dei redditi. Inoltre, gli uffici sono invitati a utilizzare quanto deriva dai controlli senza automatismi.
Dunque, l'azione dell'agenzia delle Entrate – secondo quanto si afferma nella circolare – sarà improntata alla ragionevolezza. Occorrerà ora verificare in concreto se l'invito dell'amministrazione centrale verrà interpretato con fedeltà dagli uffici: le indagini finanziarie, infatti, costituiscono un'arma molto potente per gli uffici. I contribuenti devono riscostruire, in modo analitico, ogni movimento, anche quelli insignificanti. Impossibile, per esempio, conservare tutti gli scontrini per le spese minute anche se occorre prestare attenzione ad archiviare fatture e note per gli importi più consistenti.
A ogni modo, l'amministrazione dice di voler voltare pagina. Non abbiamo motivo per mettere in dubbio la politica dell'Agenzia espressa sulla carta. Tuttavia, per evitare disillusioni occorre monitorare l'azione degli uffici, responsabilizzando i funzionari. Fare budget è certamente un obiettivo essenziale per l'Erario ma stabilire, anche gradualmente, un principio di fiducia, tra amministrazione e contribuenti, ha senz'altro conseguenze positive sugli incassi, senza per forza agitare la mannaia degli accertamenti e delle sanzioni.
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